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  • Superman: il reboot che ridà alla DC Comics la speranza e il cuore

Un Uomo d’Acciaio giovane, umano e vibrante nel nuovo DC Universe

Superman non riscrive completamente le origini: Clark Kent è già Superman, giornalista rispettato, alieno diviso tra eredità kryptoniana e vita terrestre. James Gunn opta per un tono che combina eroismo classico e vulnerabilità moderna. La trama centra la posta in gioco in un conflitto internazionale orchestrato da Lex Luthor, con personaggi come Angela Spica (“The Engineer”) e una minaccia che ha risvolti sia geopolitici che morali. Il film riesce a far convivere la maestà del cielo con la concretezza delle scelte umane.

Cast e recitazione: corpi, voci e presenza che incantano

David Corenswet offre un Superman dal volto giovane ma forte, capace di trasmettere sincerità e senso del dovere. Rachel Brosnahan interpreta Lois Lane con equilibrio, tra curiosità e visione morale. Nicholas Hoult dona a Lex Luthor un mix interessante di arroganza e intelligenza calcolatrice. Anche Edi Gathegi come Mister Terrific, Anthony Carrigan, Nathan Fillion e Isabela Merced arricchiscono il panorama dei supereroi alleati e degli antagonisti minori con interpretazioni convincenti. Le personalità emergono non solo dalle battute, ma dal volto, dal corpo, dall’eloquio: è recitazione che restituisce mito senza perdere umanità.

Visione registica, estetica e messinscena: poderoso e raffinato

James Gunn mescola la grandiosità del fumetto con il dettaglio cinematografico. La fotografia di Henry Braham illumina paesaggi vasti e sale ristrette, contrasti potenti e colori ricchi. Gli interni della Fortezza della Solitudine, le atmosfere di Metropolis, le sequenze mozzafiato in volo sono realizzate con cura. In più, gli effetti visivi e il design di produzione, sotto la supervisione di Stéphane Ceretti, danno concretezza a creature, paesaggi spaziali e superpoteri: non sono pietre miliari dell’innovazione, ma lo splendore visivo è indiscutibile.

Musica, montaggio e ritmo: tra novità e memoria storica

La colonna sonora di Superman porta la firma di John Murphy (affiancato da David Fleming), ed è una delle sorprese più piacevoli del film. I compositori hanno creato un tema originale capace di restituire respiro epico e intensità emotiva, ma allo stesso tempo non hanno dimenticato la tradizione. In più momenti emerge, in maniera discreta ma potentissima, una citazione del celebre tema composto da John Williams per il Superman del 1978: poche note, orchestrate con rispetto, che evocano immediatamente la sensazione di mito senza trasformare la colonna sonora in un’operazione nostalgica. Questa scelta crea un ponte ideale tra passato e presente, ricordando da dove nasce l’icona ma lasciando spazio a una nuova identità musicale. L’equilibrio tra novità e omaggio funziona perfettamente, soprattutto nelle sequenze di volo, dove l’orchestra amplifica la vertigine visiva e il senso di speranza.

Temi e messaggio: speranza, responsabilità, identità

Superman funziona prima di tutto come storia di identità. Clark Kent cerca di conciliare chi è stato, da dove viene, con ciò che è diventato. Il film interroga il potere, la responsabilità verso chi è vulnerabile, il rapporto con l’altro (umano o alieno), e la fiducia che il supereroe deve guadagnarsi anche quando è circondato dall’aspettativa. Gunn inserisce anche temi attuali: complessità geopolitiche, il ruolo della libertà nel mondo moderno, il costo morale del bene.

Qualche nota: sovraccarico e villani “a più facce”

Il film non è perfetto: a volte c’è un sovraccarico di personaggi e linee narrative. Alcune subplot restano meno sviluppate. Lex Luthor è ben interpretato, ma la villain “Engineer” avrebbe potuto avere maggiore presenza. In certi momenti, la densità delle idee e delle minacce rischia di appesantire la spettacolarità con un po’ di confusione narrativa.

In conclusione, Superman di James Gunn è un reboot che vola alto sulle aspettative per restituire un Uomo d’Acciaio caloroso, sincero e splendidamente realizzato. Non ridefinisce il mito ma lo rinnova: il cast recita con convinzione, l’estetica incanta, la musica emoziona con un ponte ideale tra John Murphy e John Williams, e il messaggio di speranza è palpabile anche quando le sfide sembrano troppo grandi. È il tipo di cinecomic che soddisfa chi ama la leggenda e chi desidera un po’ di umanità dietro il mantello.

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