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  • Dragon Trainer (2025): un remake che vola alto, pur restando fedele

Emozione, spettacolo e nostalgia: una formula che funziona

Trama e fedeltà: il classico ripreso con rispetto e qualche novità

Dean DeBlois torna al timone del remake live-action di Dragon Trainer, portando sullo schermo la storia originale del giovane Hiccup che stringe un’amicizia improbabile con Sdentato, il drago leggendario. Il remake del 2025 ripercorre fedelmente l’arco narrativo del film animato del 2010, senza cambiare il cuore della storia, mentre introduce alcuni dettagli nuovi che arricchiscono senza stravolgere. Ad esempio il rapporto emotivo tra Hiccup e suo padre ha dialoghi un po’ più approfonditi, la paura iniziale verso i draghi è resa con toni leggermente più realistici, e la componente visiva è aggiornata per rendere i draghi (e soprattutto Sdentato) ancora più potenti e credibili.

Spettacolo visivo e tecnica: quando il fantasy diventa palpabile

Gli effetti speciali sono uno dei maggiori punti di forza. I draghi in CGI si muovono con fluidità, il cielo, i paesaggi vichinghi e le strutture di Berk acquistano nuova vita con textures ricche e dettagli visivi che non sembrano solo “ricopiati”, ma attentamente ricostruiti. Anche la musica di John Powell torna con forza, e la scenografia ha momenti di pura magia — il volo di Sdentato, le corse tra le montagne, le atmosfere notturne nelle baite vichinghe sono rese con un realismo che emoziona. È un film che riesce a far respirare il fantasy, pur dentro la cornice classica.

Il cast: Mason Thames, Nico Parker e il retaggio del coro

Mason Thames interpreta Hiccup con innocenza e coraggio; il ragazzo appare credibile mentre cresce, mentre mette in discussione le leggi del suo villaggio. Nico Parker è una Astrid vivace e determinata, non più solo interesse sentimentale, ma una figura che contribuisce attivamente ai conflitti con coraggio. Gerard Butler riprende il ruolo del padre Stoick con autorità, e alcuni comprimari aggiungono cromature interessanti, anche se non tutti i personaggi secondari riescono a essere memorabili. Comunque il cast regge molto bene il peso della transizione da animazione a live action.

Punto di debolezza: conservatorismo narrativo e ritmo prevedibile

Il fatto che il remake segua così da vicino la versione originale è sia un pregio sia un limite. Da un lato la fedeltà garantisce che le scene più amate siano riconoscibili, dall’altro manca un elemento sorpresa: poche novità rischiano di rendere il film prevedibile per chi conosce già la storia. Inoltre il ritmo in alcune parti appare più lento; l’inizio fatica un po’ a creare tensione, e qualche secondario dialogo sembra inserito solo per richiamare passaggi memorabili dell’originale.

Perché vale la pena: nostalgia, cuore, capacità di emozionare

Nonostante i limiti, il live action di Dragon Trainer emoziona. La scena del primo volo con Sdentato è potente anche in “carne e ossa”; la riconoscenza verso coloro che l’hanno visto da piccoli, così come il coinvolgimento delle nuove generazioni, sono reali. Il messaggio (rispetto per la natura, empatia verso “i diversi”, la capacità di cambiare) è ancora valido e viene trasmesso con chiarezza. Inoltre è raro che un remake riesca a conciliare spettacolo, cuore e fedeltà senza cadere nella mera nostalgia o nel copia/e incolla vuoto.

In conclusione Dragon Trainer è più che un semplice omaggio: è una celebrazione ben riuscita del film originale. Ha luci che brillano e qualche zona d’ombra, ma riesce nel difficile compito di far volare ancora Sdentato, senza far sembrare banale il suo battito d’ali. È il tipo di remake che converrebbe vedere al cinema: non trasforma la storia, ma la rinnova abbastanza da farla sentire viva oggi.

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